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Indice argomenti

Cos'e una calamità dovuta a gelo-neve
Come prepararsi a fronteggiare una calamità dovuta a neve - gelo
Come affrontare una calamità dovuta a neve - gelo
Come comportarsi dopo una calamità dovuta a neve - gelo

COS'E' UNA CALAMITA' DOVUTA A GELO - NEVE

La neve ed il freddo intenso sono fenomeni naturali che in alcune aree sono piuttosto comuni e familiari: le regioni a nord ed a sud del globo, le zone montane, sono normalmente preparate ad affrontare questi fenomeni limitando i disagi ed i pericoli per la popolazione. In alcuni casi eccezionali, però, la quantità di neve e la temperatura eccessivamente bassa possono mettere in crisi anche le comunità più esperte e preparate. In altri casi, dove neve e freddo sono eventi molto rari, è sufficiente una nevicata di modeste dimensioni per creare gravi difficoltà. Vale dunque la pena di conoscere questi fenomeni più a fondo.

Tutti gli eventi atmosferici, anche i più normali e modesti, traggono origine dal calore che il Sole fornisce alla Terra. Con l'alternarsi del giorno alla notte ed il susseguirsi delle stagioni, le diverse aree del globo ricevono una quantità diversa di luce e di calore.

Mentre una faccia della Terrà è esposta al sole (giorno) ed è più calda, l'altra è in ombra (notte) ed è più fredda. Mentre all'equatore il sole batte verticalmente sul terreno (ed è più caldo) ai poli la luce del sole è bassa sull'orizzonte (ed è più freddo).

Tutto questo fa sì che le temperature dell'aria, del suolo e dell'acqua nella zona equatoriale siano molto più alte che nelle zone polari.

La diversa temperatura dell'aria mette in movimento la "macchina del tempo" atmosferico.

L'aria delle zone equatoriali (nella animazione), essendo calda, si espande e tende a salire verso le zone più alte dell'atmosfera. Così facendo spinge l'aria temperata (meno calda) verso le zone più fredde. Quest'ultima spinge l'aria più fredda verso il suolo e poi, nuovamente verso l'equatore.

Questo processo, su grande scala, produce un ciclo (circolazione atmosferica) che porta l'aria calda dell'equatore fino alle zone polari spingendo l'aria più fredda di quelle zone verso la fascia equatoriale. L'andamento della circolazione atmosferica è, poi, condizionato da altri fattori ( la rotazione terrestre, le grandi estensioni di terre emerse, l'altitudine, ecc.) che lo rendono complesso ed, in parte, ancora sconosciuto. Tuttavia è la differenza di calore fra le diverse masse d'aria che alimenta la macchina atmosferica.

L'azione del sole non si esaurisce, però, riscaldando solamente l'aria. Buona parte del calore raggiunge la superficie degli oceani provocandone una consistente evaporazione.
Il vapore acqueo viene raccolto dalle correnti ascensionali, provocate dall'espansione dell'aria riscaldata dal sole, e portato ad altezze considerevoli.

Man mano che la quota aumenta l'aria si fa più rarefatta diminuendo sia in pressione che in temperatura.

Questa combinazione di fattori (densità, pressione e temperatura dell'aria) fa sì che l'acqua rimanga allo stato di vapore (senza gelare) anche a temperature prossime ai - 40° C (mentre al suolo gelerebbero a 0°C!).

Nell'animazione viene illustrata la progressiva diminuzione della temperatura all'aumentare dell'altezza. Intorno ai 16.000 metri si registra la temperatura più bassa (-55°C) mentre a quote superiori la temperatura torna a salire (-40°C a 20.000 metri).

Di norma, quindi, l'acqua può rimanere allo stato di vapore, sotto forma di nuvole, fino a quote di 10 - 12.000 metri, mentre a quote superiori, fino a 20.000 metri, si trasforma in cristalli di ghiaccio attraverso un processo (sublimazione) che la porta direttamente allo stato solido (ghiaccio) senza passare dalla fase liquida.

Il modo ed il tempo con cui si formano le nuvole determina la loro forma ed il loro comportamento.

Partendo dal suolo, oltre la nebbia dei fondovalle, le nuvole più basse sono quelle che vengono dette "Strati" e si presentano come "fogli" di vapore sovrapposti uno all'altro.

- Al di sopra si formano i "Cumuli" con la loro caratteristica forma a batuffolo di cotone.

- Più in alto troviamo gli "Stratocumuli" caratteristici per avere una "cresta" bianca sovrastante una piattaforma di colore scuro.

- A quote maggiori si trovano gli "Altocumuli" popolarmente conosciuti come "cielo a pecorelle" ed infine gli "Altostrati".

- Al di sopra le fortissime correnti di alta quota modellano le nuvole, ormai prossime a gelare, dando vita ai "Cirrocumuli", con la loro caratteristica disposizione a "trina", ai "Cirrostrati" ed ai "Cirri".

Un discorso a parte deve essere fatto per i "Cumulonembi" che si estendono partendo dalle quote più basse fino ad altezze considerevoli formando vere e proprie colonne.

La differenza di temperatura fra le zone più basse e le zone più alte della formazione nuvolosa scatena, al suo interno, complessi e violenti fenomeni di correnti ascensionali che danno luogo a temporali intensi e concentrati.

La circolazione atmosferica risente poi dell'andamento del profilo terrestre e della differenza di temperatura fra la superficie dei mari e quella del suolo. L'acqua, esposta alla luce del sole, si riscalda più lentamente della superficie del suolo e, viceversa, mantiene il calore accumulato più a lungo rispetto a quest'ultimo quando viene meno la fonte di calore.

La superficie dell'acqua del mare e quella della terraferma, dunque, hanno generalmente temperature differenti e ciò provoca correnti d'aria (sono tipiche quelle che si verificano all'alba ed al tramonto) che alternativamente si muovono da e verso la costa.

L'aria umida proveniente dal mare quando viene sospinta verso la costa, per poi scorrere lungo i fianchi di una montagna, viene "compressa" e spinta verso l'alto accelerando meccanicamente, in questo modo, il processo di formazione dei fenomeni nuvolosi. Un fenomeno analogo si ripete anche nell'entroterra qualora masse d'aria umida si trovino a dover superare montagne ed altipiani.

Le nuvole sono, dunque, zone dell'atmosfera in cui l'umidità dell'aria è maggiore e si ha una più alta concentrazione di vapore.

La presenza nell'aria di polvere in grani minutissimi, in particolari condizioni di temperatura e di turbolenza, può favorire l'aggregarsi del vapore e dei cristalli di ghiaccio formando particelle più grosse che rimangono in sospensione nella nuvola sostenute dalle correnti d'aria che salgono dal suolo. Quando la spinta dal basso non è più sufficiente iniziano a cadere sotto forma di "precipitazioni": è il fenomeno della pioggia, della grandine e della neve. Contrariamente ad una opinione alquanto diffusa, la neve non è composta da goccioline di acqua gelata: la formazione della neve è un fenomeno più complesso e sorprendente.

Si è già visto che l'acqua ha il potere di mantenere la propria temperatura più a lungo rispetto al suolo: questa capacità rimane inalterata anche quando il confronto viene fatto fra le goccioline di vapore e la polvere sospesa nell'aria.

Avviene così che al alta quota, a temperature di parecchi gradi sotto lo zero, mentre le goccioline di acqua continuano a mantenersi allo stato di vapore, a causa della pressione, la polvere dispersa nell'aria diventa freddissima.

Quando una gocciolina di vapore entra in contatto con il granello di polvere gelata o con un cristallo di ghiaccio, si raffredda istanteneamente sublimando: sta nascendo un "cristallo" di neve. Attorno al "Nucleo" di aggregazione (polvere gelata o cristallo di ghiaccio) l'acqua gela secondo lo schema caratteristico dei cristalli di ghiaccio (esagonali): è per questo che i "cristalli" di neve, pur variando di forma, mantengono sempre uno schema a stella a sei braccia. Entrando in contatto con altri cristalli di ghiaccio il "cristallo" di neve diventa via via più grande, ripetendo all'infinito il disegno iniziale.
Nelle zone più fredde del pianeta la neve cade in cristalli separati, mentre nelle zone più calde ed umide i cristalli tendono ad unirsi gli uni agli altri dando vita ai "fiocchi di neve".

Un fiocco di neve, formato da alcune migliaia di cristalli, può raggiungere anche i 15 millimetri di diametro variando di forma secondo il modo con cui cade: si hanno così fiocchi di neve perfettamente esagonali (se cadono verticalmente con un moto rotatorio), oppure fiocchi a "falde", a "piatto", a "colonna", ecc.

In ogni caso, proprio a causa della forma caratteristica dei cristalli (esagonale) la neve trattiene una grande quantità d'aria.
Ad esempio un metro cubo di "neve farinosa" (quella migliore per sciare!) può pesare anche meno di 200 Kilogrammi (mentre peserebbe 1000 Kilogrammi se si trattasse di un metro cubo di sola acqua!).

La quantità di aria trattenuta dalla neve dipende dalla umidità dell'aria in cui si forma: se l'aria è molto secca un centimetro cubo di acqua può generare anche 20 centimetri cubi di neve, mentre in condizioni di forte umidità può arrivare generarne soltanto 6.
Tutto questo ha importanti conseguenze al momento in cui la neve raggiunge il suolo. I cristalli od i fiocchi di neve, cadendo gli uni sugli altri, spezzano i filamenti cristallini più fragili, da cui sono formati, tendendo a compattarsi fra loro sotto forma di ghiaccio: la quantità di aria trattenuta dalla neve al suolo diminuisce in modo proporzionale al grado di compattezza che riesce a raggiungere. Generalmente il rapporto fra la quantità di neve al suolo e l'acqua in essa contenuta può essere stimato in 10 centimetri cubi di neve per un centimetro cubo di acqua.

La quantità d'aria trattenuta dalla neve, benché si tratti di una forma particolare di ghiaccio, la rende un ottimo isolante termico. I contadini sanno da sempre che una abbondante caduta di neve impedisce al terreno dei loro campi di gelare favorendo il germoglio dei semi nella successiva primavera. Ciò avviene perché la pur lieve pressione esercitata dal manto superiore sulla neve a contatto del suolo ne provoca la tendenza allo scioglimento mantenendone umida la superficie.

Nelle zone più fredde, dove la temperatura dell'aria raggiunge parecchi gradi sotto lo zero, la neve caduta sui tetti delle case trattiene parte del calore disperso dal fabbricato migliorandone l'isolamento: gli esquimesi non costruiscono forse i loro igloo con blocchi di neve compressa?

Ciò spiega anche perché sia estremamente pericoloso tentare di sciogliere la neve caduta sul tetto usando getti d'acqua calda. L'acqua, benché calda, una volta raggiunta la neve (soprattutto in condizioni di temperatura dell'aria molto fredda) si raffredda rapidamente, gelando. Filtrando fra i cristalli di neve ne espelle l'aria e la sostituisce con nuove formazioni di ghiaccio. In particolari condizioni, un tetto che riusciva a sopportare il peso della neve che vi era caduta, a causa di questo maldestro tentativo di liberarlo, può arrivare ad essere gravato di un peso maggiore anche di 10 volte!

Conosciuto più approfonditamente il fenomeno, possiamo affrontarlo in modo più efficace. 

COME PREPARARSI A FRONTEGGIARE UNA CALAMITÀ DOVUTA A NEVE - GELO

Preparare la nostra abitazione - Le emergenze causate dalla neve e dal gelo, per quanto improvvise, si concentrano ovviamente nei mesi invernali. Ciò consente di predisporre con tutta calma quanto è necessario per affrontarle e ridurne i disagi. L'ascolto dei Bollettini Meteorologici è di grande aiuto perché consente di seguire l'evoluzione delle condizioni atmosferiche.

In ogni caso all'inizio della stagione invernale e comunque prima dell'arrivo di una tempesta invernale annunciata, è necessario controllare l'efficienza degli equipaggiamenti funzionanti a batteria: una radio portatile od una televisione possono essere il solo contatto con il mondo esterno se rimaniamo isolati.

E' bene che vi dotiate (e che controlliate periodicamente) di luci e sistemi di cottura d'emergenza alternativi a quelli che usate normalmente. 
Controllate le riserve di cibo e mettete da parte un rifornimento di scorta: le riserve devono includere cibi che non richiedono cottura o refrigerazione qualora mancasse l'energia. 
Il controllo deve prevedere anche la riserva di materiale per il riscaldamento (i rifornitori potrebbero non arrivare nella zona se le strade sono impraticabili) e qualora si faccia uso di materiali da ardere a fiamma libera (legna, carbone, ecc.) assicurarsi di avere in casa almeno un estintore di adeguata capacità. 
Preparare i nostri automezzi - E' probabile che al verificarsi della emergenza le strade divengano impraticabili, tuttavia controllate ugualmente l'efficienza del vostro automezzo (catene, ecc.).

Preparare la macchina all'inverno prima che cominci la stagione delle tempeste vuol dire controllare l'efficienza del:

L'Automezzo deve essere equipaggiato adeguatamente. L'equipaggiamento minimo deve comprendere:

I viaggi in automobile durante l'inverno sono una cosa seria: se la condizioni atmosferiche minacciano tempesta cercate un rifugio adatto immediatamente.

I viaggi devono essere pianificati, scegliendo le strade da percorrere e le eventuali strade alternative, solo dopo aver ascoltato l'ultimo bollettino meteorologico ed avere assunto informazioni sulla transitabilità.

Cercate di non viaggiare da soli e durante il viaggio cercate di procedere in colonna con altri veicoli mantenendo la distanza di sicurezza.

Prima di partire (anche per brevi tragitti) assicurarsi di disporre del pieno di carburante.

COME AFFRONTARE UNA CALAMITÀ DOVUTA A NEVE - GELO

Se il gelo ci coglie nella nostra abitazione - La neve ed il gelo hanno isolato la nostra abitazione, ma se abbiamo predisposto quanto necessario non ci sono particolari motivi di preoccupazione. Tuttavia in attesa del ripristino delle normali condizioni è necessario adottare alcune precauzioni.

Innanzi tutto è bene evitare di riscaldare tutta la casa limitando il riscaldamento alla stanza principale che frequenteremo assieme agli altri occupanti durante tutta l'emergenza.

Se la casa è dotata di impianto di riscaldamento con termosifoni ad acqua riducete al minimo (non chiudete del tutto) i rubinetti degli apparecchi delle altre stanze (se le camere sono fredde aggiungete coperte!).

Durante la tempeste restare al chiuso e comunque evitare gli sforzi fisici. Se, passata la tempesta, è necessario spalare la neve per aprirsi un varco alternate il lavoro a frequenti soste di riposo.

Durante tutta la stagione invernale, ma a maggior ragione durante l'emergenza, dovete indossare vestiti ampi e comodi, su più strati: più strati di indumenti garantiscono una protezione più efficace rispetto ad un singolo strato di vestiti spessi (riscaldano di più due indumenti leggeri indossati uno sull'altro che un solo maglione pesante!).

Per facilitare la traspirazione indossare a pelle uno o due strati di indumenti di cotone.

I vestiti più esterni devono essere di tessuto leggero impermeabile e con un cappuccio che deve proteggere la maggior parte del viso e coprire la bocca per assicurare un respiro caldo e proteggere i polmoni dall'aria fredda.

Inoltre le mani infilate sotto le maniche proteggono molto meglio dei guanti con le dita.

Ricordarsi che l'aria intrappolata, isolata e scaldata dal calore del corpo è la migliore protezione contro il freddo.

In ogni caso evitate di sudare (è segno che gli indumenti che indossiamo non consentono una buona traspirazione!) per evitare che il freddo intenso dell'ambiente esterno possa raffreddare il sudore esponendovi così al rischio di congelamento.

Il gelo ci coglie alla guida di un automezzo - L’automobile può essere la migliore amica o la peggiore nemica durante le tempeste invernali. Se si sono effettuati i controlli previsti possiamo contare su una buona protezione che ci consentirà di superare il disagio dell'emergenza. Anche se è bene non mettersi in viaggio con condizioni di strada non ottimali, può avvenire che una tempesta di neve improvvisa ci blocchi nell'auto o blocchi i mezzi che ci precedono.

In questa eventualità dobbiamo preparaci ad attendere i soccorsi cercando i limitare al minimo gli sforzi: cercare di spingere la macchina, di spalare la neve e cercare di fare altri lavori difficili con forti venti, neve che toglie la visibilità e freddo pungente di una bufera, può causare attacchi di cuore anche a persone che apparentemente sono in ottime condizioni fisiche. Dovete evitare di esporvi al freddo pungente dell'esterno: restate in macchina.

Non tentate di uscire dalla bufera a piedi: il disorientamento può sopraggiungere presto nella neve soffiata e trascinata dal vento. Perdersi in aperta campagna durante una bufera significa morte certa. Si è molto più facilmente rintracciabili e molto più al riparo nell'abitacolo dell'automezzo.

Ciò che ci impedisce di procedere con i nostri mezzi con tutta probabilità rende lento l'avvicinarsi dei soccorritori: dobbiamo avere pazienza, mantenendoci calmi senza farsi prendere dal panico. Nel 1995 una improvvisa tempesta di neve sull'Autostrada A1 bloccò centinaia di automezzi per oltre 36 ore!

Durante l'attesa dei soccorsi dovete mantenere fresca l'aria nella macchina.

Non tentate di riscaldarvi mantenendo costantemente acceso il motore ma cercate di mantenere la temperatura all'interno dell'abitacolo non oltre i + 10 c° accendendolo periodicamente.

Quando il motore è acceso lasciate che dal finestrino sottovento trafili un po' d'aria fresca: gli "assassini gentili", il monossido di carbonio e la fame di ossigeno sono in agguato. Quando il motore dell'auto è acceso spegnete i fari e tutti i servizi elettrici dell'auto per consentire di mantenere efficiente la batteria.

Con il motore spento di notte accendete la luci di posizione dell'automezzo per facilitarne l'individuazione da parte dei soccorritori.

Indicativamente il motore potrebbe essere acceso per 15 minuti con una sosta di 30 (45 minuti a ciclo).

La neve gelata e quella portata dal vento, ma anche il vapore acqueo della respirazione dei passeggeri possono bloccare le portiere dell'automezzo: fate scattare frequentemente l'apertura della portiera del guidatore (senza aprirla completamente per non raffreddare l'abitacolo!) per evitarne il bloccaggio.

Se l'attesa dei soccorsi dovesse prolungarsi è probabile che insorga un intorpidimento degli arti e si abbia voglia di "sgranchirsi": non uscite dall'automezzo (operazione inutile che raffredderà sia l'abitacolo sia i vostri indumenti!) ma effettuate qualche esercizio di stiramento della muscolatura, battendo le mani e muovendo braccia e gambe vigorosamente di tanto in tanto.

Cercate di non rimanere nella stessa posizione per molto tempo: sono sufficienti piccoli spostamenti per mantenere efficiente la circolazione sanguigna.

Cercate di rimanere svegli e se viaggiate in compagnia alternatevi secondo ferrei turni di veglia e di sonno assicurandovi che il vostro compagno conosca (eventualmente istruitelo) ed applichi queste regole di sopravvivenza.

COME COMPORTARSI DOPO UNA CALAMITÀ DOVUTA A NEVE - GELO

Quando è superata la fase di primo impatto, il pericolo non è cessato - Anche se la tempesta di neve e di gelo è terminata non siamo ancora fuori pericolo: la neve accumulata dal vento in grandi quantità è potenzialmente pericolosa ed il gelo potrebbe avere reso inefficienti gli impianti. L'accumulo di neve sul tetto degli edifici, specialmente se non progettato allo scopo o con pendenze limitate, può affaticarne la struttura.

In mancanza di condizioni adatte è bene astenersi da qualsiasi intervento, tuttavia, potendo, è opportuno cercare di liberare il tetto dalla eccessiva massa nevosa.

Tale operazione deve essere condotta esclusivamente con mezzi meccanici (non cercate di sciogliere la neve con getti d'acqua che gelando aggraverebbero la situazione!) agendo dall'esterno del fabbricato (non salire direttamente sul tetto!) dopo essersi assicurati con funi ed imbracature. A questo scopo ( se il tetto non è elevato ed è raggiungibile con la scala) può rivelarsi utilissimo un rastrello da giardino con il quale tagliare e far scivolare verso il basso piccole "fette" del manto nevoso.

Altrettanto opportuna, quando possibile, è la rimozione degli "aghi" e delle "lame" di ghiaccio che si formano appese agli spioventi dei tetti e delle tettoie che, con il disgelo, potrebbero cadere sopra a cose e persone sottostanti.

Uno dei pericoli maggiormente frequenti dopo una gelata od una tempesta di neve è rappresentato dal terreno scivoloso.

Se avete la necessità di aprire un varco davanti alla porta della vostra abitazione procedete a spalare la neve con ritmi non esasperati limitando il vostro intervento allo stretto necessario (circa un metro di larghezza) sufficiente per far passare una persona (od una carrozzella per disabili).

Se il manto nevoso è molto alto evitate di scavarne le pareti in modo ripido, ma fate in modo da modellarle con una inclinazione di circa 60°.

La pendenza del passaggio così creato deve essere rivolta all'esterno in modo da favorire il deflusso dell'acqua di scioglimento: nella impossibilità lasciare uno scalino di neve pressata in prossimità della porta d'ingresso (per evitare le infiltrazioni di acqua) che poi potrà essere coperto con un telo di iuta od altro per non scivolare. Sul terreno messo a nudo spargete una miscela di sale (per abbassare il punto di congelamento dell'acqua) e di segatura o sabbia grossolana (per aumentare la presa della suola delle scarpe).

Il freddo intenso potrebbe aver danneggiato le tubature dell'acqua e del gas: prima di rimetterle in funzione controllatene l'integrità ed in caso di danni o malfunzionamenti rivolgetevi ad una ditta specializzata.

Messa in marcia degli automezzi - Dopo una gelata od una tempesta di neve gli automezzi rimasti all'aperto potrebbero subire malfunzionamenti, tanto momentanei quanto pericolosi, che diventano più frequenti qualora l'automezzo sia rimasto bloccato a motore caldo. In questi casi il rischio maggiore risiede nella eventualità del bloccaggio dei servizi (freni, cambio, ingranaggi di direzione, ecc.) che essendo caldi, nel momento in cui si è fermato l'automezzo, possono aver sciolto la neve creando umidità che con il raffreddamento successivo alla sosta si è poi trasformata in ghiaccio.

Se il blocco riguarda gli ingranaggi delle ruote motrici l'inconveniente può essere risolto facilmente innestando da fermo una marcia media (la II o la III) rilasciando lentamente il pedale della frizione: la forza così esercitata dal motore dovrebbe essere sufficiente a sbloccare le ruote senza recare danni alle strutture.

Diverso è il caso del blocco delle ruote anteriori e/o del sistema direzionale dell'automezzo.

In questa eventualità l'auto non risulta più governabile (aggravando la presumibile difficoltà causata dal fondo stradale ghiacciato od innevato) e quindi bisogna graduare la spinta data dalle ruote motrici cercando di far lavorare per attrito l'avantreno del mezzo; lo sforzo sui sistemi dell'avantreno non deve essere violento (molti materiali alle basse temperature diventano più fragili) ma costante e prolungato nel tempo provocando per via meccanica un innalzamento della temperatura del sistema fino al suo sblocco.

Una volta acceso il motore è bene lasciarlo in moto per qualche tempo in modo da far evaporare l'umidità ed,una volta in marcia, è necessario procedere a bassa velocità per qualche chilometro in modo da consentire il ritorno in efficienza complessivo.


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